MAINA. La storia di un’azienda “BIFAMILIARE”: da piccolo laboratorio ad artisti del panettone "Made in Italy"

18 Aprile 2021
Maina

Il nostro primo appuntamento di “Passioni di Famiglia” è dedicato a Maina, che vanta oltre 50 anni di storia e oltre 100 milioni di fatturato. In azienda la seconda generazione lavora a fianco dei fondatori, a garanzia di continuità nei valori e nella tradizione con una visione innovativa. Tutto questo ha portato Maina ad essere la seconda realtà produttiva italiana nel mercato dei dolci da ricorrenza, pur restando fedele ai valori “familiari” su cui nel 1964 è stata fondata l’azienda.

Oggi incontriamo il Dottor Ugo Di Gennaro, Responsabile Marketing e Comunicazione, figlio di Bruno, uno dei fondatori della Maina.

Maina. Quale l’origine del nome e perché azienda “bifamiliare”?

“La storia di Maina è prima di tutto la storia di due famiglie: Di Gennaro, di origine pugliese, e Brandani, originaria della Toscana. A metà anni ’50, nel pieno del boom economico, la Famiglia Di Gennaro emigra dalla provincia di Foggia alla ricerca di lavoro e prospettive migliori a Torino. Qui rileva nel 1964 il piccolo laboratorio di pasticceria Maina in via Catania. Passa qualche anno e i destini della famiglia Di Gennaro si incrociano con quelli della famiglia Brandani, che fa il suo ingresso in Maina in concomitanza con la scelta aziendale di specializzarsi nei dolci da ricorrenza”.

Posizione. Perché la scelta di sviluppare il business in un piccolo paese del cuneese?

“Il primo atto di questo nuovo corso della “azienda bifamiliare” è del 1969, quando l’azienda opta per l’acquisto di un biscottificio ospitato in un ex convento a Fossano, in provincia di Cuneo. Maina decide di rinnovare le strutture e i macchinari e fa una scelta corag­giosa: abbandona la produzione dei numerosi prodotti continuativi realiz­zati fino a quel momento (biscotti, pan di spagna, brioche, savoiardi..) per specializzarsi solo nella produzione di paste lievitate da ricorrenza, pun­tando quindi su poche referenze (panettoni e colombe) ad alta tecnologia di  produzione e di qualità superiore, che tutt’ora rappresentano il “core business”. L’intento è infatti, oggi come allora, quello di concentrarsi su alcuni dolci e realizzarli con una qualità senza uguali”.

“Il Piccolo fatto in Grande”. Quale l’elemento di continuità nella trasformazione da piccola realtà artigianale a realtà imprenditoriale di primaria rilevanza nazionale?

“Per un'impresa, la trasformazione da realtà artigianale ad azienda industriale non è mai un passaggio privo di rischi; uno dei pericoli è, per esempio, che in questa evoluzione svaniscano quei tratti distintivi e familiari che connotano gli albori. Alla Maina questo non è successo, anzi la passione per la qualità continua a tramandarsi di generazione in generazione”.

Tradizione e innovazione. Qual è stata l’innovazione tecnologica che ha consentito la svolta?

“Nel 1984 viene introdotto un centro automatico d’impasto, autentica rivo­luzione tecnologica per la produzione di prodotti da forno, che consente di incremen­tare ulteriormente la qualità dei prodotti, migliorare l’efficienza e standar­dizzare il processo produttivo. Il decennio si chiude con un traguardo storico: nel 1989, Maina diventa la prima azienda italiana a produrre il pandoro non localizzata nel Nord- Est del Paese. Nel 2016, viene avviata una nuova linea produttiva, dedicata alla produzione di mini panettoni e pandoro nel formato da 100 g. Oggi, nonostante l’alta tecnologia e automazione impiegate, in Maina il tempo e la tradizione rimangono però focali: tra lievitazione con solo Lievito Madre, lenti impasti, lavorazione artigianale della glassa di nocciole e raffreddamento naturale, per realiz­zare un dolce Maina ci vogliono infatti più di 60 ore. Le stesse richieste un secolo fa e oltre dal pasticciere”.

Dolci “Made in Italy”. Quali sono i Paesi all’estero in cui si mangiano più prodotti Maina?

“Maina è oggi presente in ben 47 paesi nel mondo, tra cui i più importanti sono sicuramente gli USA, Canada, Australia, Gran Bretagna, Svizzera e Belgio.

In questi paesi, Maina è presente principalmente con il panettone e pandoro, mentre le colombe pasquali sono ancora poco diffuse a livello internazionale”.

 Gusti per stranieri. Ci sono prodotti destinati esclusivamente ai mercati esteri?

“Sin dall’inizio, la nostra strategia per l’export è sempre stata quella di proporci non solo ai consumatori esteri di origine italiana che acquistano in piccole botteghe di specialità del Bel Paese, ma quella di proporci direttamente ai consumatori delle principali catene della grande distribuzione locale. Ed è proprio per questo motivo che sono nate delle ricette nuove, sviluppate ad hoc per dei mercati specifici, come il Peanut Butter Panettone per gli Stati Uniti o il Panettone in flowpack con ricetta e formato ideali per l’utilizzo come French Toast per la Gran Bretagna”.

Invito alla prova. Quale gusto o prodotto innovativo suggerirebbe di assaggiare al suo consumatore?

“Ogni anno, tra Natale e Pasqua, realizziamo otre 750 referenze che differiscono tra loro per ricetta, formato, marchio… È quindi davvero difficile sceglierne uno… Al di là del prodotto tradizionale (panettone e pandoro senza nessun tipo di farcitura e copertura), da sempre il mio preferito, mi sentirei forse di suggerire una delle nostre ultime novità, la Colomba agrumi, mirtilli e cioccolato. Si tratta di una specialità nata per il mercato inglese e poi introdotta la scorsa Pasqua anche qui in Italia: una colomba avvolta da una croccante glassa di cioccolato fondente e ricca di arance e clementine candite che si uniscono all’intensità dei cranberry e al sapore deciso del liquore all’arancia. Un abbinamento davvero particolare che ha incontrato il gradimento di un’ampia fascia dei nostri consumatori”.

Essere all’avanguardia. Come l’investimento in una struttura architettonicamente “futuristica” intende coniugare quello che verrà con la tradizione?

“In concomitanza dei 50 anni di storia della Maina, nel 2014 sono iniziati i lavori di potenziamento dello stabilimento di Fossano. L’attuale stabilimento, che sorge su un’area di circa 100.000 m2, è stato progettato dall’architetto Gianni Arnaudo, internazional­mente noto per le sue opere di architettura industriale e legate al mondo del food e per gli oggetti di design pop esposti in molti musei del mondo. L’intero intervento ha richiesto un investimento complessivo di 20 milioni di euro, ed ha cambiato il volto alla sede, ammoder­nato le linee di produzione aumentando la capacità di oltre il 30%. L’immagine del nuovo stabilimento è la miglior rappresentazione della realtà Maina: un’azienda moderna, tecnologicamente all’avanguardia ma sempre ancorata alle tradizioni e ai valori familiari”.

Un’ultima curiosità. Quanti dolci Maina sforna in media al giorno?

“La media è di 120.000 al giorno e nei suoi primi 50 anni di storia Maina ha sfornato oltre mezzo miliardo di dolci!