La Famiglia Allegrini: la grande bellezza del vino.

28 Giugno 2021
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Apprezzata in tutto il mondo per l’altissima qualità dei vini e l’importante presenza sui mercati esteri, Allegrini è oggi una delle più importanti realtà vinicole italiane.

L’azienda agricola viene avviata del 1854 e si afferma negli anni per il suo ruolo primario nello sviluppo viticolo della Valpolicella e per la capacità di tramandare la cultura della vite e del vino con grande passione.

È però negli anni ’60 che avviene l’importante svolta, grazie all’intuito e al valore imprenditoriale di Giovanni, che sceglie di dedicarsi con decisione alla ricerca della qualità, valorizzando le grandissime potenzialità enologiche e viticole della sua terra. Nel 1983, gli succedono i tre figli: Walter, incaricato della conduzione viticola, scomparso prematuramente, Marilisa, CEO del Gruppo e Franco, che si occupa della produzione.

Oggi il gruppo Allegrini Estates, di cui fanno parte Allegrini e Corte Giara in Valpolicella, Poggio Al Tesoro a Bolgheri e San Polo a Montalcino, produce complessivamente oltre 4 milioni di bottiglie di vino l’anno, tra cui Amarone e Brunello di Montalcino, occupa oltre 150 dipendenti tra attività agricole e commerciali ed è presente in più di 75 paesi nel mondo. È per questi traguardi che Marilisa, in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, è stata nominata nel 2020 Cavaliere del Lavoro dal Presidente Mattarella ed è anche stata la prima donna a cui l’illustre rivista Wine Spectator ha dedicato una “cover story” tutta al femminile.

L’impegno di Marilisa e della famiglia Allegrini, tuttavia, non si esaurisce all’interno del settore vitivinicolo. Dal 2008, a seguito dell’acquisto di Villa della Torre, tenuta rinascimentale in Valpolicella, Marilisa e le sue figlie promuovono incontri culturali e premi, esprimendo il legame esistente fra la produzione vinicola, il territorio e la cultura che lo caratterizza.

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Oggi ci troviamo a parlare di vino, di italianità all’estero, di passioni, di famiglia, di arte e cultura proprio con Marilisa Allegrini e una delle sue due figlie, nonché rappresentante dei millennials di casa, Caterina Mastella Allegrini, Responsabile Progetti Culturali del Gruppo e della Direzione Marketing di Villa Della Torre, di cui recentemente è stata presentata la linea di vini dedicata. 

Una doppia intervista che vuole raccontare la storia delle persone che hanno lavorato e tuttora lavorano per il successo dell’azienda di famiglia. Una doppia prospettiva in grado di dare voce alle intuizioni passate, ai successi attuali e di dare risonanza ai progetti futuri.

Chi sono i protagonisti e quali sono le intuizioni che hanno portato l’azienda Allegrini al successo e la terra della Valpolicella alla risonanza internazionale?

L’incipit è di Marilisa:Nulla capita per caso. Se oggi la nostra Azienda ha raggiunto questi risultati è grazie soprattutto al lavoro di mio padre Giovanni, che ne è stato il grande visionario. Negli anni ’60 e ’70 la Valpolicella era conosciuta per la produzione di vino dai grandi volumi destinati al mass market. Il 1966 è stato l’anno della svolta qualitativa attraverso l’innovazione. Mio padre non voleva fare tanto vino, voleva produrre vino di qualità. Da qui parte la rivoluzione produttiva della Valpolicella e della nostra azienda: innovazioni sia in vigna sia in cantina.

“Non si può vivere di sola tradizione, bisogna saperla trasferire nel futuro”. Ci racconta quali sono state le sfide affrontate?

 “Quando mio padre è venuto a mancare noi figli, giovani e inesperti, ne abbiamo raccolto l’eredità. Sono gli anni ’80 e il mondo inizia ad interessarsi al vino italiano. Inizio subito a viaggiare per fare conoscere il nostro vino ai mercati mondiali ed è durante i miei viaggi che mi rendo conto dell’enorme potere evocativo che noi italiani abbiamo all’estero. La mia intuizione è stata quella di realizzare che la nostra azienda avrebbe potuto raggiungere una grande dimensione attraverso l’internazionalizzazione. Da allora non ho più smesso di viaggiare e non vedo l’ora di riprendere appena sarà possibile”.

Caterina, quale è stato il percorso dei millennials di casa Allegrini? In particolare, come figlia, quali insegnamenti e quali valori ha ereditato dall’unicità del modello materno e imprenditoriale offerto da Marilisa?

“Essere cresciuta con mia mamma e poterla accompagnare nei suoi viaggi per il mondo fin da piccolissima mi ha insegnato a non aver paura quasi di niente. Ho imparato tanto: dal problem solving ad essere autonoma, intraprendente e forte. Soprattutto, ho imparato che “il mondo non cade se succede qualcosa”. La bellezza è capire che non dobbiamo essere le copie delle nostre madri, ma scoprire la nostra unicità. Oggi porto avanti un dottorato e, allo stesso tempo, opero in azienda con un’eredità estremamente importante”.

Interviene Marilisa: “È importante per me che le mie figlie, Carlotta e Caterina, seguano le loro passioni e abbiano i loro progetti. Caterina nutre un profondo interesse per la filosofia dell’arte. Grazie al suo lavoro abbiamo siglato un protocollo d’intesa con l’Ermitage di San Pietroburgo e con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Carlotta è mamma e medico. Lo scorso anno è tornata dalla California e ha sfruttato questo periodo di pandemia per dedicarsi all’arte della potatura ed imparare il ciclo della vite, portando avanti, in parallelo, i rapporti con gli importatori in USA. C’è una parola inglese - “legacy” - che non rappresenta l’eredità monetaria, ma quell’eredità fatta di valori, di tradizioni. La legacy l’ho sentita con mio padre e anche le mie figlie la sentono molto. Come mamma è un traguardo sapere che le ragazze hanno capito i nostri sacrifici e abbracciano il progetto aziendale di famiglia portando unicità e passioni individuali”.

Prospettive future: verso quali progetti sta puntando oggi l’azienda Allegrini? In particolare, qual è l’impegno nel promuovere il legame tra vino, cultura e ospitalità?

Caterina ci parla del progetto di Villa della Torre, che sta seguendo in prima persona: “Villa della Torre a Fumane ha sempre significato tantissimo. Chiusa al pubblico da tempo, nel 2008 è stata acquistata da Marilisa e, dopo essere stata destinata a sede di rappresentanza del gruppo (degustazioni, pranzi, cene, ci sono 10 camere per ospitare i nostri importatori) oggi il Covid ne ha modificato la destinazione. Con i terreni afferenti alla vigna abbiamo deciso di avviare la produzione di due vini: il Lugana e il Valpolicella Classico Superiore di Villa Della Torre. Il progetto, che ha una sua autonomia rispetto all’attività vinicola tradizionale, è stato portato avanti con un importante piano di marketing e comunicazione. Anche l’etichetta delle bottiglie è stata studiata con la precisa volontà di raccontare la storia della Villa. Tra l’altro portando avanti la tradizione di creare un fil rouge fra il mondo del vino con il mondo dell’arte. Allegrini è stata una delle prime realtà viticole a celebrare il legame con l’arte grazie al progetto per il vino La Grola. Negli anni sono stati infatti coinvolti diversi artisti per la realizzazione di etichette celebrative con tirature limitate.

Marilisa afferma: “Quest’ultimo periodo ha portato grandi cambiamenti a cui abbiamo dovuto far fronte cercando di lavorare al meglio. Ma per storia e attività professionale posso dire che le vendemmie difficili, quasi impossibili, spesso lasciano vini indimenticabili. L’importante è avere sempre ben chiaro dove vogliamo essere fra 10 anni e lavorare in quella direzione”.

Marilisa, nel 2017 è stata la prima donna a conquistare la copertina di Wine Spectator e nel 2020 viene nominata Cavaliere del Lavoro. Cosa hanno significato questi traguardi per Lei e come ha costruito questa leadership al femminile?

Mi emoziono sempre nel pensare che Mattarella mi abbia voluta nominare Cavaliere del Lavoro. È il massimo riconoscimento per un imprenditore. Questo parla di dare benessere a chi lavora in azienda e non solo di crescita di fatturato. Nel 2020, solo cinque donne hanno ricevuto questa onorificenza su un totale di venticinque. L’augurio è che sempre più figure femminili possano raggiungere questo traguardo”.